Iniziazione: il rito e il simbolismo

Iniziazione: il rito e il simbolismo

Non sembra opportuno dissipare preliminarmente la confusione che in taluni ambienti profani si è creata fra l’iniziazione ed il misticismo, che costituiscono il campo in cui si affermano e vengono praticati sia la ritualistica che il simbolismo.
Senza voler compiere, per celerità di esposizione, un approfondito esame delle caratteristiche di ognuna delle due vie spirituali, ci si sofferma soltanto sulla differenziazione fondamentale per cui, negli ambienti iniziatici, viene dato al “misticismo” una funzionalità “passiva” mentre si dà alla “iniziazione” una qualifica “attiva” così come, in linguaggio alchimico la via mistica potrebbe essere paragonata alla via “umida” od “Isiaca” mentre quella iniziatica alla via “secca” od “Osiridea”.
Con questa caratterizzazione di tendenza delle due vie si rileva che nel misticismo l’individuo diventa “oggetto” della operazione evolutiva nel senso che egli riceve ciò che da altri (sacerdote, iniziatore) gli vien dato, anche senza la necessaria preparazione dottrinaria, e perciò l’essere non entra affatto nel processo di formazione diretta. Nell’altra via -quella iniziatica-, invece, l’individuo diventa il “soggetto” e l’attore di una sua trasformazione spirituale che si svilupperà, poi, secondo determinate direzioni, con progressivi addestramenti della volontà tesa al raggiungimento della “realizzazione” ed “integrazione” tutta interiore, della propria psiche od individualità subcosciente.
Secondo l’Ermetismo l’iniziazione “va intesa come il ritorno dell’uomo palese (il conscio) all’uomo misterioso ed arcano (il  subconscio) poiché, in ogni uomo, è da considerare un doppio essere: l’antico, delle precedenti vite, ed il nuovo o moderno. L’iniziazione aiuta l’uomo a , rapidamente, spogliarsi di tutto ciò che non si adatta all’individuo antico”.
“L’iniziazione, ad una scienza reintegrativa, non è a confondere con le teosofìe e le religioni le quali vogliono mutare l’uomo in un angelo che suona il liuto innanzi al trono divino ma, più modestamente, aspira a che la bestia intelligente, uomo, si sviluppi fino alla purezza dei suoi poteri, sovrano del suo destino e libero e giusto padrone delle forze latenti che la natura gli ha date”.
“L’iniziazione, nella pratica, è il complesso di tutte le operazioni, che un maestro perfetto (od una qualificata Istituzione, n.d.r.) può fare su un discepolo –con un allenamento lungo, faticoso e severo condotto non sui libri od attingendola dai bei discorsi- per concedergli, conferire e sviluppare le virtù ascose nel suo organismo di uomo volgare.”
Questo lavorìo può essere compiuto anche isolatamente, sempre sotto la guida ed il controllo di un maestro, ma è logico che , se eseguito nella cerchia di un’Istituzione veramente iniziatica, potrà giovarsi delle influenze psichiche degli altri affiliati, coi quali verrà ad istaurarsi un affiatamento spirituale di esseri aventi le stesse idealità, e quindi omogenee ed affini, accelerando, così, lo svolgimento ed il compimento del proprio ciclo evolutivo,
Tale collegamento risulta, tanto più efficace in quanto non si effettua, soltanto, fra i componenti della stessa Istituzione –con i quali viene a crearsi una simbolica “catena”- ma, trascendendo le singole individualità, si proietta e si riallaccia agli “Eoni” (od “elettroni” dotti) che in tempi remoti crearono, diffusero ed animarono l’Entità iniziatica la quale, per la natura stessa di queste energie , sopravvive incorruttibile nei secoli.
A tal riguardo occorre tener presente che la scoperta –ad opera della Fisica contemporanea- della presenza dello Spirito, nelle cellule della Materia, ha portato alla deduzione che le particelle infinitesime dell’organismo umano, denominate “elettroni” entrano a far parte di ogni attività spirituale dell’individuo e perciò, anche di quelle Entità formate dai raggruppamenti di individui aventi finalità comuni. Se ne deduce che ogni manifestazione di vita animica, di Istituzioni religiose ed iniziatiche, è l’espressione di antiche tradizioni, fondate da Profeti od illuminate Intelligenze, pervenute a noi attraverso gli Eoni di quei fondatori, Eoni che, come si è detto, sono immortali.
Ci si può, quindi, dare ragione del perché i riti costituiscono l’elemento essenziale per la propagazione dell’influenza spirituale e del pensiero religioso, in quanto hanno la finalità di stabilire un collegamento diretto dell’essere umano con Entità trascendenti la sua individualità e che appartengono ad altri precedenti stati evolutivi.
Perciò può bene affermarsi che “senza i riti non vi sia, in alcun modo, iniziazione” come ci fa apprendere il GUÉNON, il quale così si esprime al riguardo:”In una organizzazione iniziatica, per quanto degenerata possa essere, riguardo alla qualità dei suoi membri attuali, la ritualistica non è qualche cosa con cui si giochi; è, e resta sempre, una cosa seria e seriamente efficace, seppure all’insaputa di coloro che vi partecipano”.
Ogni rito si avvale, nella sua trasmissione e rappresentazione iniziatica, dei simboli che, nella loro figurazione grafica plasmano l’idea discendente dagli archetipi e la tramandano nei secoli, nel suo recondito significato, indenne dalle profanazioni od alterazioni del linguaggio. Il rito, quindi, trova la sua manifestazione nei simboli che non riguardano, soltanto, gli oggetti od indumenti usati, o le figure rappresentate, ma anche i gesti, i “toccamenti” che sono mezzi di riconoscimento nelle organizzazioni iniziatiche.
La dottrina ermetica ci fa apprendere che i riti sono, per i neofiti, la chiave di ogni evoluzione ermetica e sono i più potenti aiuti per educare la volontà e dirigerla; per sostituire la scienza in coloro che non l’hanno; per generare l’equilibrio negli uomini soggetti alle passioni.
Dal concetto “unitario” della sintesi cosmica discende, come conseguenza, che non un segno, non un atto, non un pensiero, di qualunque specie, esprimente –in particolare stato di vibrazione di Amore che soltanto la pratica insegna- la propria volontà, resti inattuato il che risulta avvalorato dalla Scienza moderna la quale ci fa conoscere che gli elettroni dell’individuo hanno il potere di entrare in contatto con gli elettroni del protoplasma universale, aventi la stessa lunghezza d’onda e la stessa sintonia spirituale.
Intere storie religiose, ed Istituzioni a carattere iniziatico, si mantengono in piedi per i riti, anche se spesso si è perduta la chiave di essi. Se si abolissero i riti, nell’attuale stato evolutivo spirituale della società moderna, ne conseguirebbe la distruzione di ogni religione.
I simboli iniziatici, rispondenti alle istruzioni orali impartite ai discepoli ed occultate al pubblico profano, danno –a chi è arrivato ad un livello psichico idoneo a collegarlo col proprio subconscio- la cognizione precisa di conoscenze generali aderenti alla realtà dei fatti ed alle verità, intuite da menti illuminate, che però la scienza deve ignorare perché non provate.
Sulla interpretazione dei simboli vi è, ancora, un immenso lavoro da fare ma occorre tener presente che, per sé stessi, i simboli hanno valore e significato soltanto per l’idea che ad essi si attribuisce. Per esempio la croce, per l’Ermetismo, è semplicemente il simbolo dell’equilibrio. Apri le braccia, accoppia le gambe e la luce, alle tue spalle, proietta una croce che è la tua ombra; quindi la croce è, anche, il simbolo della proiezione umana del regno astrale.
Il simbolo nasce dalla necessità di esprimere alcune idee, suscitate da particolari sensazioni psichiche per le quali il linguaggio comune non ha, ancora, creato le parole adatte.
A mano a mano che l’umanità progredisce, e la psiche si apre a nuove perfezioni, si rendono necessarie nuove parole e, quando queste mancano, si ricorre alle raffigurazioni grafiche, segni o sembianze riproducenti, con similitudine fedele, l’atto o lo stato animico che si vuole rappresentare.
La Scienza attuale offre una convincente giustificazione sulla perennità degli ideali e delle finalità delle varie Istituzioni iniziatiche, spiegandone l’integrità di conservazione nei secoli delle varie tradizioni esoteriche le cui espressioni, sotto forme diverse ma promanate da un’unica fonte, vengono tramandate fino a noi attraverso il simbolismo.
Per la Scienza sono gli elettroni, portatori di Spirito, i quali, come sopra si è detto, richiamati dai riti, danno significato alle arcane manifestazioni mistiche sepolte nel nostro subcosciente fin dagli albori della nostra umanità.
Perciò il simbolismo del linguaggio religioso ed iniziatico è una facoltà di espressione acquisita a mano a mano che la nostra evoluzione psichica progredisce, per cui talune verità adombrate nelle parabole degli Evangeli, acquistano, con la nostra maturità animica, il più appropriato significato esoterico concepito da chi le ha espresse.
Non c’è da stupirsi, pertanto, che la conoscenza scientifica venga a confermare la intuizione religiosa dei Profeti e dei Fondatori di religioni di epoche passate ed a tal proposito la mente rievoca le sagge parole di EINSTEIN: “i dati metafisici intervengono nel linguaggio e nelle spiegazioni scientifiche”.
Sono, dunque, i nostri Eoni -portatori del nostro Spirito- che, alla nostra nascita si sono reincarnati nel nostro involucro corporeo e che ci hanno portato la loro esperienza ricca di avvenimenti memorizzati nel nostro D.N.A., ma sepolti nel nostro “Io” occulto. Però, al primo richiamo dei segni o simboli, proveniente dal mondo esterno e che ridesti la nostra immaginazione, questi Eoni rievocano alla nostra mente echi di lingue morte o civiltà da lungo tempo estinte.
Pertanto l’unico mezzo utilizzabile da questo popoli di Eoni –per tramandarci, dopo tanti secoli, non alterato dal linguaggio umano (delle varie razze e delle varie età) il vero significato e la rappresentazione fedele della Idea dei Grandi Iniziati- non poteva essere che il simbolo il quale, nel momento del suo concepimento, racchiudeva l’Intelligenza creativa nella sua intera potenzialità energetica.

Melahel

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