Orientamenti

Orientamenti

ORIENTAMENTI

Kremmerz in alcuni scritti ipotizzò, ed era una previsione piuttosto facile perchè logica, che coloro che sarebbero venuti dopo di lui avrebbero interpretato e valutato la sua opera in chiave più moderna  e cioè alla luce delle nuove scoperte scientifiche tecnologiche e delle nuove interpretazioni della fisiologia dell’essere umano. E’ quanto del resto va auspicato oggi e ben vengano coloro che anzichè riproporre pedissequamente gli scritti del Maestro affrontano con nuovi argomenti la dottrina che egli ci ha lasciato in eredità.
Questo è pertanto ciò che l’Accademia Kremmerziana Napoletana si è proposto di fare e di suggerire a quanti, inseriti nell’ambito degli studi kremmerziani, volessero davvero fare opera di avanzamento spirituale “pro salute populi”.  Pensiamo che non sia possibile vivere senza tener conto  del presente e di quanto sta avvenendo nel mondo in questi ultimi tempi. Se si osserva una carrozza di cento anni fa, la più elaborata e la più perfetta di allora creata per portarvi un principe,  e un’automobile moderna  potente e  ricca di complicati e sofisticati  strumenti di sicurezza, ci  chiediamo come sia possibile una evoluzione di tal genere. Eppure la carrozza di allora trainata da veri cavalli e l’automobile di oggi spinta da centinaia di cavalli vapore erano già presenti  nella mente umana come idee: si sono solo espressi in dimensioni di tempo e di spazio diversi. Perchè infine il passato il futuro e il presente non esistono come realtà distinte, ma sono componenti reali di un tutt’uno e la loro individuazione ha solo valore contingente e di praticità nella attuale dimensione della mente umana.
Lo studioso kremmerziano deve pertanto spingersi ad immaginare un mondo senza i confini di spazio e di tempo, deve saper andare oltre e pensare alla possibilità che esistono altre dimensioni dove la materia diventa tanto più sottile e rarefatta da non potere essere più pensata come forma, ma solo come forza ed energia.
Allora saranno comprensibili i suggerimenti dei vecchi  alchimisti  sulla trasformazione dei metalli e ci si dovrà sempre più rendere conto che ciò che le parole racchiudono, come idee, concetti, cifre,  segni,  icone, si coagulano e cristallizzano in un significato perenne e valido sempre.
Nel leggere alcuni  scritti di ermetisti del passato in cui i riferimenti sono troppo spesso contingenti  e legati alle conoscenze e alle consuetudini dell’epoca, non si può non pensare di  rielaborare le idee e i concetti di allora alla luce  di una  evoluzione della mente umana. Se nel seme è contenuta l’idea dell’albero, nella mente umana è contenuto anche ciò che avverrà e il progresso della fine dei tempi.  E’ dunque nell’UNO, che tutto in sè contiene in assoluto e il mondo creato e quello che dovrà essere creato, il significato della vita.
Senza firma nè personalismi nè distinzioni, la conoscenza e la scoperta del significato della dottrina kremmerziana appartengono a tutti, ma coinvolgono e trascinano solo coloro che anelano di soddisfare la pulsione perenne che hanno dentro l’anima.
Gli insegnamenti che Kremmerz volle offrire, i suggerimenti pratici che propose ai suoi diretti continuatori fanno parte di un insieme di dottrine e patrimonio intellettuale per i suoi discepoli e anche moderni epigoni. Ma Kremmerz affermò che è necessario  accettare con spirito critico ogni insegnamento ricevuto così come verificare, attraverso la pratica personale, ogni trasformazione chimica che si intende effettuare in laboratorio.  L’intuizione e la corretta interpretazione di ciò che avviene nel corso delle reazioni chimiche e fisiche che avvengono nell’essere umano non possono non essere sottoposte al vaglio della mente. Questa a sua volta non può non tener conto del progresso che l’essere umano ha ottenuto nel corso dei secoli di esistenza. E’ opportuno ricordare il vecchio precetto che recita: “a corretta pratica retta interpretazione corrisponde”. La vita di ogni singolo essere non avrebbe significato alcuno se non fosse inserita in un divenire continuo di autoaffermazione e di conoscenza.
Ciò premesso, perché non affrontare lo studio di alcuni degli aspetti della dottrina kremmerziana, sia di quelli svelati, sia di quelli di più sconcertante trasmissione alla luce delle nuove interpretazioni di fisiologia del corpo umano e delle nuove comprensioni della psiche umana. I mutamenti sociali e culturali di questi ultimi decenni quali la rivoluzione sessuale, il venir meno dei riferimenti etici comuni,  laicismo, le nuove considerazioni sotto cui viene visto il rapporto di coppia, la stessa visione non più tradizionale dell’uomo e della donna inseriti nella moderna società, condizionano i meccanismi che la mente umana mette in moto per valutare le  vecchie dottrine sul comportamento umano. E del resto è molto difficile calarsi in esse asetticamente.
Questo lavoro di analisi in parte sta già avvenendo in molti e si presenta più impegnativo, ma più proficuo, rispetto alle semplici esposizioni e ripetizioni, pur se anch’esse necessarie, di  vecchi scritti dottrinari che sono ormai alla portata di tutti.
Pertanto dopo attente letture dei testi che la tradizione ermetica ci ha tramandato e che quella kremmerziana ha delucidato e trasferito nella pratica, è necessario che gli studiosi pongano le basi per una reintrpretazione delle formule e dei riti che oggi possediamo.
Il pericolo oggi è il nichilismo, la banalizzazione dell’esistenza e di ogni rapporto affettivo sia con il prossimo che con se stessi; le parole diventano  luoghi comuni e formalismi, privi di significato perchè non incidono profondamente nell’essere umano preso dalle mille luci e dai mille fantasmi della società moderna. Purtuttavia non è pensabile vivere oggi senza tener conto delle innumerevoli risorse esistenti di cui l’uomo dispone: internet, le comunicazioni mediatiche, il computer, le nuove tecnologie di  guerra, le procedure mediche e chirurgiche che hanno modificato le apsettative di vita, insomma e in una parola la conoscenza del mondo in cui viviamo. Tutto questo ha modificato non poco il modo di pensare dell’uomo moderno sia per quanto riguarda le relazioni umane interpersonali, sia per quanto riguarda la relazione tra il sè e l’universo che ci circonda e con questo voglio dire il significato dell’esistenza.
Occorre chiedersi sempre se ciò che oggi viene pensato e riferito al mondo di oggi possa essere valido anche per quello di domani pur ipotizzando una radicale trasformazione della società umana su questa terra nei prossimi 100-200 anni.
Vivere la propria religiosità e comunque la propria esistenza non dogmaticamente è la grande conquista della cultura occidentale. Ma per arrivare ad accettare questo ci sono voluti secoli di evoluzione di quel pensiero filosofico che affonda le sue radici nel mondo greco-egizio, in quello romano, in quello rinascimentale-europeo e soprattutto nell’incontro con le culture orientali.
Le religioni, anche quella cattolica (a meno che non muti rotta risentendo degli influssi del Rinnovamento Carismatico e delle altre realtà oggi esistenti), ma ancor più le ideologie del XX secolo hanno fino ad oggi spesso frenato il progresso dell’uomo rendendolo schiavo della propria civiltà.
Una dottrina che voglia porsi come promotrice per l’evoluzione degli stati di coscienza dell’uomo deve necessariamente tener conto dell’universalità delle ricette che propone e della fondamentale unicità spirituale da cui deriva l’essere umano.
Una scuola iniziatica nel senso moderno del termine e come oggi dovrebbe essere concepita, non deve essere pensata come un’associazione segreta perché  rispetta la società politica in cui vive, né tantomeno una setta religiosa perché di segreto non ha nulla se non la conoscenza, che è anche un insegnamento non comunicabile a tutti perché incomprensibile in sé per sua propria natura e nella sua essenza, pur trattandosi di un segreto di Pulcinella. Si tratta dunque di un mistero (la parola deriva da misthè=comunità) filosofico e iniziatico, il che vuol dire che la scuola rappresenta una comunità di individui, non necessariamente viventi in uno stesso luogo, ma comunque legati da una medesima concezione dell’esistenza terrena.  Il vero maestro non è nella foresta o in un deserto, non è in una grotta o in un tempio, non è dietro una cattedra o su un podio egli è dentro di noi. Comprendendo questo si può comprendere anche il fenomeno Kremmerz che è oggi un’onda che cresce.
E’ opportuno precisare che gli incontri periodici avvengono  singolarmente o in un “circolo di conversazione” dove ognuno ha la facoltà di prendere la parola ed esporre le proprie idee sugli argomenti trattati. La parola circolo sta appunto a significare che i partecipanti sono posti tutti sullo stesso piano di valenza e nessuno assume il ruolo di capotavola. Né la differenza di età, né la differenza di evoluzione spirituale comportano differenza di rango in quanto i partecipanti sono anime e spiriti con sembianze di esseri umani.
Nel circolo vi è comunione di idee non nel senso che si debba pensare tutti allo stesso modo, ma che i differenti pensieri che vibrano appartengono a tutti i presenti e pertanto vi è una maggiore comprensione e trasmissione di essi. La comunità così creata e definita pone i partecipanti uniti in una catena ideale di potenzialità mentali che sommandosi costituisce la forza spirituale dell’idea che è portata avanti. Da un punto di vista culturale il circolo di conversazione serve per far circolare e sviluppare le idee; da un punto di vista pratico serve per offrire un supporto spirituale a coloro che ne hanno bisogno. In un certo senso vale il principio fisico dei vasi comunicanti al fine di uniformare e potenziare la spiritualità dei singoli. Tuttavia va ricordato che il lavoro individuale (lege ora et labora) è indispensabile e infungibile qualora si voglia intraprendere un cammino verso la vita reale e volare sempre più in alto come il gabbiano Jonathan Livingston.
Sotto tale aspetto le varie scuole di esoterismo e i vari gruppi esistenti nel mondo occidentale che si rifanno alla tradizione ermetica hanno la loro ragione di essere soltanto nelle necessità organizzative contingenti.
I tentativi di unificazione da un punto di vista organizzativo sia nell’ambito di medesimi raggruppamenti che praticano uno stesso insegnamento, sia tra raggruppamenti che hanno diversa matrice e prassi metodologica, sono in passato falliti o sul nascere o dopo un’apparenza di unitarietà durata il tempo di un battito d’ali. In realtà ogni unificazione non può essere pretesa e costruita temporalmente dall’alto se non riconosciuta come dato di fatto già esistente e fase evolutiva di un pensare comune.
Quando Kremmerz attraverso la sua efficace opera divulgativa diede vita alla formazione delle accademie, intendeva creare una struttura organizzativa plurima sotto il profilo territoriale, ma unitaria sotto l’aspetto culturale, filosofico e sociale. L’organizzazione strutturale faceva riferimento allora come oggi, come avvenuto nelle comunità iniziatiche antiche e fino ai Cavalieri del Tempio, ai Rosa-Croce dei famosi manifesti  del 1614-1615, ad una Fratellanza Ermetica ideale, alla quale sa di appartenere, al di là di ogni contingente appartenenza di gruppo, ogni  “fratello kremmerziano” che affida nel Credo e nella prassi metodologica dello studio e della pratica trasmutatoria la possibilità di un ascenso personale; e sono solo questi  gli strumenti corretti: non è concepibile che una iniziazione o una consacrazione possano essere conferite da  timbri o da un sigillo o da altro. Questi non hanno valore in sè e al massimo possono rappresentare la coagulazione formale di un’idea, necessaria per i “poveri di spirito”, ma la cui trasmissione per colui che è sulla via (non hanno importanza il luogo e il tempo), è possibile solo attraverso la mente pensante.
E’ superfluo sottolineare che le considerazioni esposte fin qui dovrebbero consigliare atteggiamenti di maggiore comprensione e indulgenza verso l’accoglimento di fratelli che aspirano allo studio dell’ermetismo e all’ascenso personale. Dovrebbero così venire a cadere alcune posizioni e pretese di primogenitura che si fondono sul nulla nella realtà infinita dello spirito e che comunque non hanno significato alcuno e trovano il tempo che trovano oggi nel 3° millennio dell’era cristiana e nell’anno  5309 dalla nascita della civiltà sul Nilo.

Napoli, 5 Settembre 2009             R.M.

Translate »