La vita odierna comporta necessariamente essere inseriti nella realtà quotidiana con obblighi, diritti e doveri; in questi ultimi 50 anni la società è profondamente mutata, ed è stato riconosciuto che i mutamenti sono stati tali da rappresentare una vera rivoluzione del modo di pensare. Noi non vogliamo addentrarci in questioni di carattere speculativo filosofico che ci porterebbero lontano da una semplice riflessione. Vogliamo però soltanto cercare di proporre nuovi obiettivi e nuove finalità nell’ambito della ricerca kremmerziana che abbiamo sempre interpretata come esistenziale del singolo individuo inserito con piena coscienza nel mondo attuale.
Leggere le cronache degli anni a cavallo tra il 19° e il 20° secolo, epoca in cui visse Giuliano Kremmerz, non può non far risaltare il fatto che il condizionamento ambientale di quegli anni sull’individuo singolo per quanto forte, era ben lontano da quello che oggi rileviamo nella società attuale, se non altro per la immediatezza e la rapidità delle comunicazioni e il notevole allungamento della vita dei nostri giorni. Ma molti aspetti della attuale società ci sembrano aberranti. Basta pensare ad esempio, leggendo sugli accadimenti politici e di cronaca di questi primi anni del 21° secolo, a come sia cresciuto il disprezzo della persona e della vita umana, come sia frequente il predominio del denaro sull’uomo, come sia aumentata l’avidità e la ricerca del potere con la conseguente prepotenza sugli altri esseri umani. Se in epoche passate in poche mani (quelle delle famiglie regnanti) erano concentrate le ricchezze di intere nazioni, oggi le cose non sono affatto cambiate e, come allora, in poche famiglie sono concentrate le ricchezze della terra. Bisogna riconoscere che siamo molto lontani da quei valori di etica e di “religiosità” che, inseguiti già in epoche passate ma mai realizzati, dovrebbero accompagnare la vita di ogni essere umano.
La medicina e la sua arte e le branche chirurgiche si sono oggi radicalmente trasformate; se sfogliamo un notiziario di farmacologia di fine secolo decimo nono ben pochi sono i farmaci e le pratiche terapeutiche ancora ritenuti efficaci; ma è soprattutto ciò che ancora dovrà avvenire nello svolgersi del secolo che viviamo che porterà a cambiamenti enormi: basta pensare ad esempio alle possibilità che le nuove prospettive di terapia genica potranno offrire nella cura di malattie oggi ritenute incurabili, oppure alle possibilità che microscopici robot, introdotti nel corpo umano attraverso le normali vie, possano effettuare veri interventi chirurgici teleguidati…
Come non pensare a tutto questo e non riflettere sui tempi che rapidamente cambiano?
Eppure nell’attimo che l’Io prende coscienza di sé non esiste né passato, né presente, né futuro. Tutto quello che la mente umana può pensare è reale e pertanto il solo riconoscimento di questo attualismo pone l’individuo, sotto il profilo esistenziale, accanto agli iniziati di duemila anni fa, di ieri e di oggi.
La preghiera per un ammalato e la proiezione del lampo della mente, banco di prova geniale per la validazione della riuscita del personale ascenso e del proprio cammino spirituale, come ci ha tramandato Giuliano Kremmerz, hanno estrema importanza per ottenere, di fatto, un mutamento nella vita di ogni giorno e avvicinano lo studioso di ermetismo alle pratiche di Cristo descritte nei Vangeli.
Oggi si avverte la necessità di impegnare i propri sforzi e i pensieri per ottenere una evoluzione mentale non solo di quei pochi singoli, ma dei molti che possono trasformare e condizionare nel bene la società in cui viviamo e torneremo a vivere in successive esistenze.
La teologia e la scienza hanno portato l’uomo attuale ad un modello di vita che può essere considerato anche buono se non addirittura ottimale (almeno secondo un’accezione materiale), ma questa vita così come oggi viene vissuta deve essere considerata non un punto d’arrivo, ma un punto di partenza verso una nuova frontiera rappresentata dal raggiungimento della vera spiritualità.
Partendo da queste considerazioni l’impegno dell’uomo moderno evoluto dovrà essere rivolto soprattutto a migliorare l’ambiente in cui vive cercando di incidere su esso con le parole, le preghiere, le opere. Questo significa anche produrre mutamenti sostanziali nel processo evolutivo dei propri simili, ma anche di conservare, proteggere, migliorare le condizioni naturali dell’ambiente in cui viviamo.
Ha un senso rilevante l’utilizzo della preghiera quando il fine è la guarigione del singolo ammalato, magari parente, ma lo ha molto più se la preghiera e la colomba volano per una “guarigione” che travalichi il semplice individuo per abbracciare tutta l’umanità.
I tempi sono oggi tali da indurci ad occuparci del mondo in cui viviamo con maggiore impegno e questo interesse globale già sta diffondendo da anni anche altrove: organizzazioni religiose, movimenti spirituali filosofici e culturali, organizzazioni scientifiche. Da chi, da dove se non dalle frange più evolute della società umana può avvenire un tale rinnovamento!
Siamo convinti che a tale arduo compito non può sottrarsi neanche il più solitario e scorbutico ermetista. E’ pertanto necessario che anche il modo di vedere le cose da parte di colui che si professa kremmerziano si mutui in una visione molto più vasta e meno individualista di quanto è avvenuto fino ad oggi. L’ascenso personale diventa allora cardine della evoluzione sociale a cui deve necessariamente essere rapportato per l’ottenimento di un progresso oggettivo del mondo in cui viviamo e dell’umanità attuale.
Si è parlato molto spesso in passato di un’aristocrazia dello spirito, per aderire alla quale non esiste iscrizione di sorta o giuramento o patto da firmare; ad essa si arriva con la pratica e la vita e non certamente per vanità; va ricordato infine che non è necessario appartenere ad alcuna consorteria perché mai come in questo caso vale il vecchio detto: se tu mi pensi ti sono accanto.
Napoli,
25 Aprile 2009 RoMa